La verifica del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) non deve essere estesa a tutti i subappaltatori autorizzati, ma solo a quelli che hanno effettivamente eseguito prestazioni oggetto di pagamento. Con il parere n. 3691/2025, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito l'ambito di applicazione dell'obbligo di acquisizione del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) per i subappaltatori, come previsto dall'art. 119, comma 7, del D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti). Rispondendo ad un quesito avanzato da una stazione appaltante, il MIT ha chiarito che l'obbligo di acquisire il DURC non si estende a tutti i subappaltatori autorizzati in via generale. La verifica di regolarità contributiva deve riguardare soltanto i subappaltatori che, al momento del pagamento, hanno effettivamente eseguito le prestazioni che ne sono oggetto e risultano, quindi, effettivi creditori (sia per pagamenti diretti che indiretti). Non è pertanto necessario richiedere il DURC per i subappaltatori che, pur autorizzati, non hanno ancora svolto attività o non hanno maturato alcun diritto al pagamento nello stato di avanzamento in liquidazione.