La procedura negoziata senza pubblicazione del bando, disciplinata dall'art. 76 del Codice dei contratti (D.Lgs. n. 36/2023), non prevede un termine minimo per la presentazione dell'offerta. Lo ha puntualizzato il TAR Lazio, con la sentenza n. 4203 del 25 febbraio 2025. Tale pronuncia è scaturita dall'esame di un caso relativo all'affidamento diretto di un progetto per giochi scolastici, in cui la stazione appaltante aveva concesso un termine di 9 giorni. La ricorrente aveva impugnato la procedura, sostenendo la violazione degli artt. 92 e 76 del Codice, e contestando l'inadeguatezza del termine concesso rispetto ai 10 giorni minimi che, a suo avviso, avrebbero dovuto essere garantiti. Il TAR ha respinto tale tesi, precisando che: - l'art. 76 non stabilisce un termine minimo assoluto per la presentazione delle offerte, data la natura eccezionale della procedura; - trova applicazione il principio generale dell'art. 92, comma 1, che impone termini "adeguati alla complessità dell'appalto e al tempo necessario alla preparazione delle offerte"; - la congruità del termine va valutata in concreto, considerando la complessità dell'affidamento e garantendo la "par condicio" dei concorrenti. Nel caso specifico, il TAR ha ritenuto congruo il termine di 9 giorni, data la semplicità del progetto e la chiarezza del suo contenuto. La sentenza ribadisce che: - l'affidamento diretto è improntato alla snellezza, pur nel rispetto dei principi generali; - la verifica della congruità dei termini è essenziale per garantire la partecipazione consapevole degli operatori economici.